|
CAVE
Il 14 giugno
1936, Adolfo Callegari presentò, all’
Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova, una "memoria"
sulla "minaccia" che fin d’allora incombeva sugli Euganei: l’attività
delle cave, che deturpava il profilo e lacerava il verde dei colli. Ma
allora si usavano esplosivi di scarsa potenza e i carrettieri s’erano
da poco trasformati in camionisti di poca portata. E non esistevano i
cementifici di Monselice, di Marendole e di Este. Callegari
disse, quasi quarant’anni fa [siamo nel 1973, anno della III ristampa
della Guida]: «
se proprio i monti non spariranno, continuando
sbrigliata la libertà presente, è indubitabile che i nostri
nipoti, se non anche i figliuoli, li vedranno ridotti a mozziconi, come
quei resti di un pasto che non sono fatti per stuzzicare l’appetito ma
a metter nausea».
Vennero, poi, le ruspe, le grosse binde, le mine lunghe, i giganteschi
autotreni, la rotta del Po, la febbre del cemento, le autostrade. Nel
1952, un operaio impiegava due ore e mezzo per estrarre una tonnellata
di materiale, adesso, con i mezzi moderni, bastano dieci minuti. Nello
stesso 1952, il materiale estratto dai Colli Euganei, secondo le denunce
dei produttori, fu di 504.020 tonnellate: nel 1969, anno in cui si toccò
la massima produzione, raggiunse 5.753.145 tonnellate.
Le iniziative e gli interventi tesi a salvare gli Euganei, dall’incontrollata
e sfrenata distruzione, durarono a lungo, e non furono facili né
ebbero tranquilli sviluppi. Suscitarono larga eco in sede locale, nazionale,
sulla stampa, in Parlamento. Si ottenne, infine, l’emanazione della legge
n. 1097 del 29 novembre 1971 (proposta dagli onn. Romanato
e Fracanzani), con la quale viene vietata,
nella zona dei Colli Euganei, l’apertura di nuove cave, e disposta la
chiusura di tutte le cave di materiale vile (da riporto, pietrame, pietrisco
ecc.). Le cave di materiale pregiato e quelle di materiali per impiego
industriale debbono sottoporsi, per continuare la loro opera, alla diretta
sorveglianza della Soprintendenza ai monumenti, cui è demandata l’approvazione dei progetti di coltivazione, e di risistemazione del suolo
ad estrazione esaurita.
Nel contempo, la Commissione Provinciale per la protezione delle bellezze
naturali ha promosso tutta una serie di decreti, a norma delle leggi n.
1497 del 29 giugno 1939 e 3 giugno 1940 n. 1357, in base ai quali è
stata via via disposta, con estensione a macchia d’olio, l’apposizione
del vincolo paesagistico a tutta la zona collinare e, in parte, pedecolllinare,
dei Colli Euganei. Ogni progetto che modifichi l’aspetto esteriore del
luogo (cave, costruzioni, sbancamenti, strade) non può essere attuato
senza la preventiva autorizzazione della Soprintendenza.
Sommario
Callegari,
Adolfo
– Guida dei Colli Euganei (1931- 1963, 1973)
|
|