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N. da Rio Guida di Padova 1842 AGRICOLTURA Vecchia e triviale querela si è che lagricoltura venga da noi trascurata, e lontana sia da quello stato di progressivo miglioramento che si scorge in altre province, non solo della Lombardia, ma pur anche a noi con terminanti, come per esempio quella di Vicenza; e quindi a piena bocca si tacciano dignavia, parlando in generale, i nostri possidenti quasi non curanti il proprio interesse. Io non vorrò purgarli interamente da questa pecca; pure credo che non sia del tutto giusta laccusa, e ciò per due motivi: il primo, perché lagricoltura si è realmente da varii anni di molto migliorata tra noi e si trova in istato dattuale progresso; il secondo, perché se il progresso non è sì rapido ed esteso, come taluni, forse più ricchi di ciance che di fondi, lo vorrebbero, egli procede dai molti e non lievi ostacoli che si attraversano, sui quali non è qui opportuno il discutere.
Viti Ed in quanto
allattuale miglioramento della nostra agricoltura, basta osservare come
da quarantanni circa si attese con sempre maggiore studio alla coltivazion
della vite, ondè che il prodotto del vino si è più che raddoppiato. Parlando
delle viti che si coltivano sopra le ¾ parti almeno della superficie del
suolo della provincia e che ne costituiscono una delle principali ricchezze,
si hanno le seguenti varietà principali:
Gelsi In quanto
alla coltivazione de gelsi, questa ha incominciato ad estendersi dopo
quella delle viti ed al presente è in grandissima attività. Alcuni de
maggiori nostri possidenti ne fecero estesissime piantagioni con ottimo
successo, anche in que luoghi che per la loro situazione umida e bassa,
come per esempio Correzzola, non sembrano i più favorevoli per questi
alberi; e molti proprietarii consacrano personalmente alla coltivazione
dei gelsi ed allallevamento de bachi da seta le cure più assidue. In
generale rari sono quegli agricoltori che non abbiano o poco o molto arricchito
i loro campi di questa utilissima pianta. Siccome però il gelso ama piuttosto
un suolo siliceo-calcario che troppo argilloso, così sembra che a preferenza
se ne dovesse promuovere la coltivazione, più che negli altri distretti,
in quello di Piazzola, dove se anche i gelsi fornissero minore quantità
di foglia, questa però sarebbe più consistente, e di migliore qualità
riuscirebbe la seta.
Ulivi Siccome i monti non occupano che una picciola parte della provincia padovana, e non ogni plaga de medesimi è atta alla coltivazione dellulivo, così questa preziosa pianta non forma un oggetto essenziale della nostra agricoltura. Non mancano per altro varii oliveti rivolto bene coltivati ed in istato daumento, come per esempio quello de monaci di Praglia, alcuni nei dintorni del Cataio, di Galzignano, di Monselice, di Arquà, di Este e di qualche altra plaga meridionale de monti Euganei, dove rendono ai loro proprietarii assai ragguardevole profitto. Io fui assicurato che nel solo comune dArquà il prodotto degli olivi nellanno scorso [1841 ndr] fu di A. L. 100,000.
Altri varii prodotti In generale
il primo e il più importante prodotto della provincia è il frumento; poscia
il grano turco compresovi il cinquantino il quale. ne campi ubertosi
o anche di mediocre fertilità, ci dà un secondo raccolto assai sufficiente,
sopra tutto quando la stagione permetta che si semini subito dopo il taglio
dei frumento e quando non sia colto da siccità. Gli altri cereali poi,
cioè a dire la segala. lorzo, il panico, lerba medica che da noi si
chiama erba spagna (medicago sativa di Linneo)
si seminano più per foraggio che per averne grano da vendere. Lavena
per altro si coltiva anche come oggetto commerciabile in non pochi luoghi,
così pure la canape, specialmente nel territorio dEste e ancora più in
quello di Montagnana, costituisce uno dei prodotti più essenziali, come
già si è avuto occasione di osservare altrove incidentemente, parlando
di quei distretti. I lupini (lupinus albus di Linneo)
e in qualche luogo la bisotta (pisum arvense di Linneo)
si seminano per sovescio; il lino, i fagiuoli, le fave, il ravizzone (brassica
napus varietas silvestris del Wildenow),
le rape (brassica del Wildenow), le
patate (solanum tuberosum dello stesso), il sorgo, il miglio, sono
coltivazioni parziali più o meno estese, e più o meno trascurate secondo
gli usi o i bisogni di ciascun coltivatore, sia possidente, sia fittaiolo;
così per esempio le rape sono moltissimo coltivate ne dintorni di Terranegra
dove se ne fa grande spaccio per la vicinanza di quella villa alla città.
Pastorizia Un oggetto di grandissimo profitto era un tempo per la nostra provincia padovana la pastorizia propriamente detta. Sommamente accreditate erano le nostre lane, e molte delle nostre agiate famigliee, che già appartennero al ceto mercantile devono le loro ricchezze al commercio delle lane e alle manifatture de panni che si spedivano nel levante. Ora però questo ramo dutilità è molto decaduto. Il rinvenire le cause di questo decadimento e il discutere su questo oggetto porterebbe mio credere a ricerche estranee allo scopo cui è specialmente consacrata questopera e sulle quali perciò crediamo di non dover più oltre immorare. Osserveremo soltanto che la moltiplicazione delle viti portò necessariamente lo scemamento delle pecore.
Boschi Ben pochi
sono i boschi della provincia, e per la loro conservazione converrebbe
implorare la maggior tutela possibile contro il mal inteso interesse che
si cerca nel dissodamento che dopo un frutto passeggero, lascia nuda la
roccia sul monte e la terra portata giù dalle piogge alza continuamente
il letto de fiumi e cagiona la difficoltà degli scoli, le fiumane, le
rotte degli argini e tutti que gravissimi danni che cagionano spese enormi
allErario e incalcolabili danni alla provincia.
Strumenti rurali Non si ravvisa differenza alcuna negli strumenti rurali. Laratro in più luoghi de colli è semplicissimo, ma nel piano è fornito di due ruote; di rado al vomero si premette il coltro, cioè soltanto quando si tratta di spezzare un prato. Alcuni benemeriti agronomi fecero prove di varie sorta daratri forestieri, ma questi nuovi non soddisfecero a segno da far abbandonare luso degli antichi. N. da Rio Guida di Padova 1842
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