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1846, di Marc’Antonio SANFERMO
IDROLOGIA I Colli Euganei così ricchi di aque termali mancano pressoché interamente di aque dolci. Picciole sono, e di lievissima importanza le sorgenti; e intermittenti queste, e non mai abbastanza copiose per mantenere alcuna perennità di corso. Pochissimi e di niun rilievo sono i molini che vi esistono, dovendosi per lo più accumulare le aque del rivo che li anima per renderli operosi [I principali sono il Rio dei Molini, il Rialto, il Rio della Calcina, il Rio Caldo ec.]. Meno il laghetto di Venda, alto 233 m. sul livello del mare, i piccioli laghi di Arquà, di Lispida sono più o meno di natura termale, né sembra facile utilizzarli. Questa mancanza quasi totale di aqua dolce non è il solo ostacolo che si oppone allo sviluppo di una florida coltivazione pedemontana, ché la difficoltà di uno scarico proporzionato alle pioggie scendenti dai monti ed a quelle che cadono sul. piano genera eziandio in molti luoghi, e per molto tempo, dei perniciosi ristagni. I Colli Euganei sono contornati, a più o meno di distanza,
da fiumi e canali predominanti sul suolo, e che impediscono quindi lo
scarico dei terreni fra loro interposti. Il Bacchiglione
a tramontana, il Canale
della Battaglia a levante, il Canal
di Este a mezzogiorno, il Bisatto
a ponente, tutti soggetti a piene imponenti, formano con le elevate
loro arginature una barriera insormontabile allo scolo libero e pronto
della piovana. Tutte le aque infatti che provengono dai monti, e
che cadono fra il ßacchiglione, le Frassinelle, il Catajo ed il Canal
della Battaglia non hanno altro sfogo che per la botte del Pigozzo,
sottopassante il canale stesso, e mediante la quale il Rialto, scolo
principale degli Euganei, scaricasi nel Canale di sotto. Quelle che
al nord-ovest della Fossona cadono fra il Bacchiglione, il Bisatto ed
i monti dalla Bastia a Lozzo, costrette sono di uscire per la botte
di Lozzo e scaricarsi molto inferiormente nel Gorzone. Le altre che
scendono nella superficie rinserrata fra i canali di Este, di Monselice
ed i monti dal Catajo ad Este, vincolate al ponte-canale di Lispida,
immettono ben difficilmente nel canale di Bagnarolo od Aque Nere non
lungi dalla sua confluenza col Canale di sotto. A conseguire, questo desideratissimo scopo contribuiranno
in eminente modo quegli utilissimi provvedimenti che la Sovrana Munificenza
ha generosamente decretati a favore della Provincia di Padova e delle
contermini. M.A. SANFERMO Da:
Strenna dei Colli Euganei (1846, a cura degli editori del «Giornale
Euganeo» J. Crescini, G. Stefani
– ripresa in I Colli Euganei (Bologna 1978, Riedizione anastatica,
Atesa Editrice).
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Le acque
che da Longare s'immettono nel Bisatto
sono conseguenza delle operazioni di derivazione compiute dai vicentini
per togliere a Padova l'acqua preziosa alla navigazione e al funzionamento
dei mulini galleggianti, disseminati tra Montegalda e il cuore di Padova: Mulini
a coppedello durante la seconda dominazione veneziana (1509-1797): -
Baone - Galzignano - Montegrotto
Terme - Rovolon - Torreglia
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