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TEOLO

Vuolsi trarne l’etimologia da titulus, perché quivi risiedeva un magistrato con titolo al governo dei monti euganei. La poca venustà interna del paese viene compensata dal sito aprico, dalla vegetazione rigogliosa e dalle allegre vedute. Dura inveterata opinione che qui nascesse il magno istorico padovano. Ma non mancarono eruditi intesi a frodare Teolo di questa gloria per fregiarne Abano. Secondo l’opinione di costoro Tito Livio reduce da Roma in patria sarebbe stato rattenuto a Teolo dalla piacevolezza del luogo, e ci avrebbe passato l’ultimo periodo della vita che produsse fino a settantasei anni. Teolo conta abitanti 1.600; è sede di un commissario e di un pretore; è centro opportuno alle peregrinazioni del geologo e del botanico. Se poi la capitale dei nostri colli non può goderne pacificamente il vanto di essere patri di Tito Livio, le rimane Indubitato quello di avere dato i natali aI celebri giureconsulti Paolo e Vierio, ed in tempo a noi più vicino al prof. ab. Felice Dianin.
In uno scavo fatto presso alla chiesa di Teolo si rinvenne una colonna sulla quale sta incisa la medesima iscrizione che ho accennata parlando del Venda, e la quale è un altro de’ termini che separavano in antico il territorio padovano dall’estense. Codesta iscrizione si vede ora a Padova fra le lapidi raccolte nella sala della Ragione ed illustrate recentemente dal chiarissimo archeologo ab. prof. Giuseppe Furlanetto.

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A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

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