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MONTE ORTONE

Chiaro per doppia d’acque opposta vena (Barbieri)


Le molte etimologie della voce Ortone provano solamente finezza d’ingegno in chi si faticò a scavarle nell’oscurità dell’antica storia. Il Fortis trae dalla denominazione di questo monte, come significante sorgimento, una prova etimologica a favore della nota ingegnosa sua ipotesi. L’opinione che le antiche terme aponensi si allargassero fino a Monte Ortone ebbe una conferma nelle molte vasche marmoree trovate qui presso, come consta dalla relazione data da Antonio Vallisnieri. Non sembra che nelle età mezzane ai bagni di Monte Ortone fosse frequenza di malati, e ciò forse per la silvestre mestizia del sito. Acquistarono rinomanza nel 1428 quando un infermo chiamato Falcio o Fulco repentinamente risanò, tosto come s’immerse nella fonte di acqua tepida scatente dalle radici del monte inverso levante, nel fondo della quale scorse un’imagine della Beata Vergine. E la guarigione e il trovamento ebbersi in conto di miracolo, che acquistò celebrità grandissima a quell’onda, chiamata poscia Acqua della Vergine. La peste che inferociva in Padova a que’ dì, aiutò la pia credenza e porse lievito al religioso fervore. Perciò ad onorare la reperta imagine si murò in oratorio, il quale in men che sei anni crebbe a spazioso e nobilissimo tempio, cui si aggiunse tosto un convento popolato da eremiti della regola di s. Agostino. Promotore principalissimo di così fatte opere fu quel frate Simeone da Camerino, al quale, siccome ad uomo di esperta facondia, venne fatto di riconciliare l’anno 1454 la repubblica veneta col duca di Milano Francesco Sforza. Vedevasi nella chiesa un dipinto di Giambattista Bisson in cui stava espresso cotesto avvenimento; ci rimane tuttora una lapida posta ad illustrare il dipinto e a perpetuare la memoria del fatto. Nella stessa chiesa è degna di nota la tela in cui Jacopo Palma dipinse la Croce e i ss. Agostino e Girolamo. Osservavisi anche il dipinto di Antonio Vassilacchi detto l’Aliense in cui si vedono alcuni santi della famiglia agostiniana. Ora il tempio è quasi abbandonato e il convento annesso fu convertito in ospitale militare pei soldati cui bisognano i bagni caldi. Le acque termali scaturiscono dalla superficie del terreno circostante al monte. Varia il grado del loro calore, che nella fonte detta della Vergine si mantiene a 20 gradi circa R., nelle altre arriva fino a gradi 55 R. e serve a’ villani per cuocervi le ova. In queste scaturigini vedesi la fervida evoluzione di molte bolle gasose.

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A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

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