euganeinews
in rete dal 1996

  Volo …altra storia  

LUVIGLIANO

Vuolsi tragga il nome dal magno istorico Livio e ch’egli ci avesse un podere. A questo paesello è nobilissimo ornamento una maestosa villa che appartiene a’ vescovi di Padova, e derivò ad essi dalla cospicua famiglia veneziana dei Cornaro. Fabbricolla nel secolo decimosesto, dietro disegno del Falconetto, Luigi Cornaro, quegli che scrisse il notissimo libro Della vita sobria; e della utilità che ne viene, porse una prova in se medesimo, il quale come che guasto da godimenti giovanili e sfidato dai medici, col solo presidio di una rigida sobrietà racquistò ferma salute e produsse la vita fin presso ai cent’anni. Si legge con piacere nel citato libro, com’egli già decrepito intendesse operosamente in questa sua villa a schiantar selve, a seccar paludi, a spianar dossi, a coltivar utili piante, migliorando così insieme le qualità e della terra e dell’aria. Queste cure ben meritavale il sito ch’è fra’ più ameni, perché i colli vi fanno intorno intorno a diversa distanza bellissima chiostra che rallegra il guardo e non lo imprigiona, lasciandogli in qualche sfondo il prospetto dei monti lontani o il dominio della pianura. Il palazzo tiene la cima di un poggio; vi si leva ampio, quadrato, massiccio, ma non alto a bastanza, perché rimane in difetto dell’ultimo piano. Le doppie scale che dal giardino ascendono alla magione s’intrecciano e si spartono in modo opportuno a decorare la villa ed a crescerle appariscenza pomposa.
L’attuale vescovo di Padova mons. Modesto Farina, che quivi si conduce a villeggiare nell’autunno, ristorò la magione danneggiata per vetustà; e l’amore di lui a codesto delizioso soggiorno ci fa sperare di vederlo ancora più abbellito nell’avvenire, che desideriamo all’illustre Prelato tanto lungo, da gareggiare col sopra menzionato Luigi Cornaro.

A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

altre notizie:

Anche Luvigliano ha voluto porre la propria candidatura, con Abano e Teolo, a luogo natale di Tito Livio. Anni addietro, la popolazione, sospinta dall'allora arciprete don Giuseppe Curto, s'era attivamente impegnata per ottenere il cambio del nome del paese da Luvigliano in Liviano (terra dei Livii), nome trovato in antiche lapidi e negli archivi parrocchiali. A Tito Livio, Luvigliano ha dedicato due strade, le scuole, un pubblico esercizio e vistose scritte sulle case.
Nei primi anni del XX secolo, Luvigliano fu luogo di incontri, ad alto livello, di artisti e letterati, che si ritrovavano specialmente nella villa di Cesare Pollini (poi Rosmini) accanto alla chiesa. Pollini (1859-1912) era pianista di grande valore: si diceva che superasse Paderewsky e Rubinstein. Fu anche insigne cultore di storia musicale. Diresse il Liceo musicale di Padova, che porta ora il suo nome, e fece di Padova un centro musicale di prim'ordine. Una lapide, nella villa ch'egli abitò, ne ricorda i soggiorni.

Frequentatore assiduo di villa Pollini era anche Roberto Ferruzzi (1853-1934), pittore dalmata, autore di quella famosa “Madonnina” che, esposta alla Biennale di Venezia nel 1897 col titolo di “Maternità”, ottenne un singolare favor popolare. Pare che il quadro originale, eseguito a Luvigliano, e pure di Luvigliano era la modella, sia andato perduto nel 1914 in un naufragio, mentre stava per emigrare in America. Ma le riproduzioni dell'opera – su cartoline, tele, arazzi, smalti, ecc. – si moltiplicarono con straordinaria fortuna, come se in quella figurina il popolo senta incarnato il proprio ideale di bellezza e di grazia. Il Ferruzzi volle essere sepolto, accanto alla moglie, nel cimitero di Luvigliano.
Anche sulla casa rustica, ai piedi del monte Sengiari, in cui Roberto Ferruzzi visse e lavorò, è stata posta, nel 1956, una lapide che lo ricorda.

Callegari, AdolfoGuida dei Colli Euganei (1931- 1963, 1973)

…prosegui ð Pendice
o torna all’inizio

Torna su

Villa dei Vescovi fu costruita nel Cinquecento, come luogo di ritiro dei vescovi di Padova, da cui il nome. Alvise Cornaro, amministratore del vescovado, sovraintese alla costruzione. La villa fu progettata dall'architetto veronese Giovanni Maria Falconetto (1468-1535) per il vescovo Francesco Pisani. La costruzione, iniziata intorno al 1524, passò una quarantina d'anni dopo, nel 1561, al padovano Andrea Dalla Valle (attivo 1543-1577). I lavori si protrassero per almeno cinquant'anni.
Il corpo della villa, espressione del gusto classico romano, fu completato infine nel 1567. Fra il 1567 e il 1570, sotto un vescovo della famiglia Pisani, il cortile anteriore fu circondato da un muro di cinta merlato, mentre nel 1579 Federico Cornaro fece comletare il lato occidentale della terrazza con una scalinata e un portico.
Sulle pareti interne, alcune pitture attribuite all'olandese Lambert Sustris detto il "padovano"; alcune decorazioni sono forse del veronese Gian Battista Zelotti (1526-1578) …particolarmente attivo da queste parti.

[Sunto da: Annie SacerdotiLe Ville Venete – Istituto Regionale per le Ville Venete – Marsilio]

  Volo …altra storia